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  • #12965
    AvatarMogi Massimo Vicentini
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      Buongiorno a tutti, premetto che la mia è una domanda accademica, perchè da tempo non provoo più a lucidare specchi. Ma mi è rimasta la curiosità. Da qualche parte, il secolo scorso, avevo letto che si poteva semplicemente provare a piazzare uno specchio non ancora metallizzato al suo posto nel telescopio, dopodichè si esplorava il piano focale con una lamina, e mettendo al centro una stella la si sarebbe vista estinguere la superficie illuminata in modo lineare (“null test”). Pare che Dobson usasse così. Vorrei sapere se per caso qualcuno ci ha provato, e nel caso le sue impressioni (io avevo provato a lucidare un vetraccio da 13cm. f/10 e a guardarci dentro… mah sembrava funzionare, ma una volta alluminato ho deciso che ci voleva ben altro…).
      Un cordiale saluto.

      #12966
      AvatarGiulio Tiberini
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        … mi è rimasta la curiosità. Da qualche parte, il secolo scorso, avevo letto che si poteva semplicemente provare a piazzare uno specchio non ancora metallizzato al suo posto nel telescopio, dopodichè si esplorava il piano focale con una lamina, e mettendo al centro una stella la si sarebbe vista estinguere la superficie illuminata in modo lineare (“null test”). Pare che Dobson usasse così. Vorrei sapere se per caso qualcuno ci ha provato, e nel caso le sue impressioni (io avevo provato a lucidare un vetraccio da 13cm. f/10 e a guardarci dentro… mah sembrava funzionare, ma una volta alluminato ho deciso che ci voleva ben altro…).
        Un cordiale saluto.

        Buonasera Massimo.
        Mi permetto di darti del tu, visto che sei stato uno dei “nostri” Grattavetri ;-)

        Si. Quello che hai descritto è il test omologo di quello di Foucault, nella variante che permette di eseguirlo come hai descritto, su una sorgente posta all’infinito.

        Il test di Foucault invece si esegue “Indoor”, illuminando lo specchio con una sorgente puntiforme posta non all’infinito, ma alla distanza del suo raggio di curvatura, che notoriamente è pari al doppio della lunghezza focale.

        In ambedue i casi, “tagliando” il riflesso dello specchio… Se la lama si trova nel punto focale della sorgente all’infinito, corrispondente al centro di curvatura della doppia distanza focale della sorgente artificiale, si ottiene l’oscuramento della completa superficie dello specchio, senza poter apprezzare alcuna provenienza laterale dell’ombra.
        (Da ciò ne deriva che: Se invece ci si trovasse ad una distanza “intrafocale” inferiore a quella focale, si vedrebbe l’ombra della lama provenire ad oscurare la immagine in modo concorde con movimento della lama stessa;
        Mentre se ci si trovasse in posizione “Extrafocale” cioè più distante oltre il fuoco (dove i raggi riflessi si incrociano) si vedrebbe l’ombra della lama entrare a oscurare la immagine in senso opposto a quello di introduzione della lama).

        John Dobson, per “leggere” la curvatura di uno specchio, inquadra a “star test” a forte ingrandimento una sorgente puntiforme per vederne gli anelli di diffrazione. Dopodichè controlla spingendo leggermente l’oculare in intrafocale, che non vi siano anelli più luminosi degli altri in centro specchio; quindi estrae leggermente l’oculare in extrafuoco, e controlla che non vi siano anelli più luminosi degli altri verso il bordo esterno.
        E infine conclude che gli anelli più luminosi in centro visti in posizione intrafocale diagnosticano uno specchio con una parabola troppo profonda al centro; mentre viceversa anelli più luminosi al bordo, visti in extrafocale, diagnosticano una parabola troppo piatta in quella zona.

        Su questo preciso argomento, vedi il seguente breve estratto dal filmato di John Dobson

        Quel frammento è estratto dal filmato completo di costruzione che trovi quì: https://www.grattavetro.it/auto-costruzione-di-specchio-e-telescopio-o400mm-f6-con-video-tutorial-di-john-dobson-parlato-in-italiano/

        Ovviamente, per poter vedere gli anelli di diffrazione occorre che lo specchio primario sia acclimatato alla temperatura ambiente. Altrimenti :unsure: lo specchio caldo crea una forte turbolenza dell’aria all’interno del percorso ottico, che trasforma la immagine della tacca di diffrazione in un caotico ribollire.

        in conclusione, è molto meglio, fra i due metodi, scegliere il test al raggio di curvatura, usando una maschera di Couder, per poter “annullare” pian piano, zona per zona dello specchio determinata dalla corona circolare sulla quale si aprono le coppie di finestre concentrice della maschera. In quel modo si riesce a correggere zona per zona, portando progressivamente lo specchio alla perfezione.
        :bye:

        #12969
        AvatarMogi Massimo Vicentini
        Partecipante
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          Grazie, in seguito avevo trovato anch’io la descrizione di massima del test. Pura curiosità accademica, perchè dopo aver passato ore e ore a tentare un 30cm f/4, avevo rinunciato ripiegando su un 13cm. Lascio fare a chi ha più pratica di me, io ora mi dedico alla meccanica per la quale sono molto più portato (https://onedrive.live.com/?authkey=%21ABZwwfIQbEfGYvI&id=50DB6FBE84E59CC1%21767&cid=50DB6FBE84E59CC1). Un saluto.

          #12970
          AvatarGiulio Tiberini
          Moderatore
            • Offline

            Complimenti per il bel lavoro meccanico della equatoriale! Robusta e anche bella da vedere!
            Mi sono permesso di scaricarmi il testo pdf delle note di geometria, che leggerò con attenzione.
            Grazie e saluti
            Giulio Tiberini

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