Prima Parabolizzazione: tecniche e rapporto focale, quali scegliere ?

IL PRIMO DUBBIO

E’ il nostro primo specchio, abbiamo appena completato la fase di lucidatura e abbiamo nel frattempo raggiunto una buona sfera. La domanda che a questo punto frulla nella testa di chi sta per iniziare la sua prima parabolizzazione é: “veramente basterà fare un po’ di “zig-zag” per arrivare alla parabola ?”

Cerchiamo di rispondere in modo “pratico”(*):

in generale no ! ma a seconda del tipo di specchio che stiamo lavorando potremmo avvicinarci di molto o addirittura riuscirci del tutto anche solo con i semplici “zig-zag”, ovvero le corse a “W”.

Lo scostamento della parabola dalla sfera di riferimento, cresce con il diminuire del rapporto focale per cui, se parabolizzare un piccolo diametro a f 10 significa in pratica che la sfera e la parabola sono indistinguibili, diminuendo il rapporto focale e crescendo con il diametro  vedremo aumentare questa differenza fino a raggiungere, per le focali molto spinte, valori sempre più elevati tra i  raggi di curvatura di zone adiacenti, il che equivale ad un approfondimento del centro sempre maggiore con conseguente allungamento dei tempi di lavorazione e maggiori possibilità di errore nel raccordo della parabola.

Perciò,  occorre pianificare preventivamente che tipo di tecniche e di utensili utilizzeremo in funzione dei parametri dell’ottica, riferendoci  in particolare ad una lavorazione completamente manuale senza l’ausilio di macchine.

(*) la spiegazione teorico-tecnica dell’approccio alla parabola richiede una trattazione dedicata, la rimandiamo ad altri articoli, in generale possiamo dire che per una “economia” di lavorazione si tende ad approssimare la parabola facendola coincidere con la sfera in un punto mediamente all’interno della zona al 70% del diametro e “scavando” sia il centro che la periferia fino al raggiungimento della figura desiderata.


DIMMI CHE “F” FAI E TI DIRO’ CHI SEI…

1 – Specchio con rapporto focale F>=6

Il nostro carattere riflessivo, pragmatico e razionale ci ha portato saggiamente a scegliere , come prima lavorazione, uno specchio con un diametro “convenzionale ” compreso tra i 150 e 300 mm, con rapporto focale lungo, superiore o uguale ad F6.

La  parabolizzazione sarà necessaria, ma non comporterà particolari difficoltà, tutto si svolgerà in modo abbastanza lineare e veloce, non dovremo ( in teoria, partendo da una buona sfera ) apportare correzioni e la parabola finale sarà raggiungibile mediante la sola applicazione delle corse a W con pieno diametro.  La nostra preoccupazione principale sarà rivolta a cercare di mantenere efficiente tutto il setup ( adattamento, durezza pece, pulizia canali, ecc,, )

possiamo quindi tranquillamente iniziare e proseguire  nel modo “classico”, con corse a W e verificare l’andamento con i test.  E’ possibile raggiungere dei buonissimi risultati anche nella prima esperienza che costituirà un importante bagaglio tecnico e teorico, un collaudo sul campo delle capacità acquisite, in vista del prossimo impegno.

2 – specchio con rapporto focale tra F6 e F5

Se la nostra indole è più improntata alla curiosità e alla sperimentazione, probabilmente staremo lavorando una di queste focali preferendo la comprensione del problema in molte delle sue sfaccettature  alla certezza del risultato.

Anche In questo caso la lavorazione con il pieno diametro potrà essere portata avanti fino al raggiungimento della figura finale, tuttavia le sole corse a W non saranno sufficienti a garantire una buona correzione della parabola, Dovremo essere pronti, in prossimità della fase finale ad apportare le correzioni necessarie per portare  eventuali zone in tolleranza, con corse lunghe o corte , W compresse o espanse, tangenziali o centrali,  con pressione localizzata o senza, al fine di andare a modificare le zone di interesse.

Si può raggiungere un ottimo livello di qualità e di correzione anche nella prima esperienza,  a patto di aver compreso e di saper utilizzare nel modo migliore gli strumenti di analisi, i quali diventano fondamentali per individuare piccoli scostamenti della parabola costruita da quella teorica.

3 – specchio con rapporto focale tra F5 e F4

Se abbiamo scelto una  via intermedia tra queste focali come prima realizzazione, allora lo “spirito di avventura” non ci manca, le difficoltà secondo noi, sono quelle che rendono interessante e particolare ogni percorso, sicuramente non ci annoieremo, siamo dei temerari che non si sottraggono alle sfide più impegnative, anche senza alcuna garanzia di successo.

E’  probabilmente è la scelta più ambita con il crescere del diametro, ma è anche quella che inizia a complicare maggiormente  le cose.

Il pieno diametro con le corse a W, potrà essere usato per l’iniziale generazione della parabola e, una mano esperta, potrà anche completare la lavorazione senza cambiare utensile, ma sarà sicuramente costretto ad intervenire con molte correzioni  durante le fasi intermedie e finali con il rischio concreto di  “punti di non ritorno” che costringeranno a rigenerare la sfera per un nuovo tentativo verso la parabola.

avvicinandosi ad F4, il sub-diametro potrà rendersi utile, se non necessario, nelle fasi finali della parabolizzazione, in cui l’accentuata curvatura dello specchio limiterà la possibilità di intervenire nelle singole zone con precisione, attraverso l’utilizzo di utensili molto estesi.

La precisione nei test diventa imprescindibile per il raggiungimento anche solo di una qualità “accettabile”, mentre il risultato eccellente rimane alla portata solo di chi ha esperienza con precedenti realizzazioni, a meno di veri colpi di fortuna.

4 – specchio con focale < F4

Se avete scelto una di queste focali come prima ( o seconda ) realizzazione, forse è il caso che ne parliate con qualcuno, iniziando dalla vostra infanzia ! …io l’ho fatto e posso assicurarvi che ora mi sento molto meglio ! comunque non disperate, la buona notizia è che potete riporre l’utensile a pieno diametro nell’armadio e guadagnare un po’ di spazio nell’ambiente di lavoro !

 Fine delle buone notizie, veniamo a quelle cattive:

L’intero processo di parabolizzazione va costruito con un approccio diverso, la superficie dello specchio dovrà essere virtualmente divisa in zone, in sei, otto o anche dieci corone circolari che verranno lavorate singolarmente ed in sequenze a volte variabili,  con varie tecniche, fino al raggiungimento della profondità desiderata esclusivamente con i sub-diametro, i quali costituiranno un “set” di varie dimensioni comprese tra il 60% ed il 10% del diametro, per permettere tutte le correzioni necessarie al raggiungimento della parabola cercata.

Man mano che ci si spinge verso focali sempre più corte, ci si addentra nell’oscuro  territorio delle anomalie di lavorazione, dei facili ed improvvisi astigmatismi, degli errori zonali locali, delle rugosità selvagge e dei solchi inaspettati dei piccoli sub-diametro.

Le misure con i test diventano più difficoltose, il reticolo “fitto” di Ronchi con oltre 4 linee/mm sarà pressoché inutilizzabile, l’apparato classico di Foucault dovrà essere  modificato e ottimizzato per permettere letture agevoli e ( quasi ) affidabili, il numero di zone da prendere in considerazione per le misure cresce esponenzialmente, ( la vostra maschera di Couder somiglierà ad uno scolapasta ) mentre la precisione richiesta è la massima possibile.

sconsigliatissimo , assolutamente da evitare come prima esperienza, ma anche per chi ha esperienza, la qualità massima raggiungibile, spesso è direttamente proporzionale alla quantità di “lato b” posseduta dall’operatore.

Possiamo quindi riassumere le considerazioni esposte fin qui, in questa tabella:

Diametro specchio (mm)

F ( rapporto focale ) Diametro utensili Tecnica lavorazione Adatto come prima lavorazione

Profilo Grattavetro

150-300

6-8

pieno W molto

Razionale

5-6

pieno W+varianti abbastanza

sperimentatore

4-5

Pieno + sub W +varianti+ zone poco

avventuriero

< 4

sub zone Per niente

problematico

Grazie a questa empirica tabella, ogni novizio potrà finalmente decidere con quale focale iniziare la prima lavorazione e simultaneamente rispondere alla più importante delle domande: ” ma io, che grattavetro sono ?”

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